
Il verde urbano: effetti sulla psiche
Perché, si chiedono alcuni, dovremmo preoccuparci della tutela della vegetazione nelle città? Non è uno spreco di denaro che potrebbe tornare utile alle fasce di popolazione più disagiate?
L’attrattiva dell’uomo nei confronti del verde ha origini ancestrali. Per l’uomo primitivo “verde” voleva dire cibo, acqua e riparo. Con le piante si potevano fare molte cose: accendere il fuoco, costruire capanne, medicare le ferite. Ecco perché il verde rilassa, e non soltanto perché è un colore freddo (i colori freddi hanno effetto rilassante, se contrapposti a quelli caldi).
Ma ovviamente ne è passata di acqua sotto i ponti da quel frangente preistorico, e il verde ha acquisito innumerevoli altri significati:
- la contrapposizione dell’ambiente boschivo (aria pulita, natura, quiete ecc.) al caos, all’inquinamento e al grigiore della città.
- la funzione di vessillo, qualcosa da sfoggiare per ribadire la classe sociale oppure il proprio pollice verde (ne sono emblema gli sfarzosi giardini delle antiche famiglie nobiliari).
- funzione decorativa; i fiori, diventati oggetto di un assiduo miglioramento genetico, rappresentano un ornamento sempre più elaborato: al giorno d’oggi la ricerca di nuove varietà ci ha offerto un ventaglio di forme e colori in passato inimmaginabili.
- in altri casi, semplicemente, le piante significano vita: questi organismi non offrono la compagnia di un animale, ma non sono oggetti inerti, e spesso ispirano nei loro confronti sentimenti di cura e protezione. I video time-lapse che ne mostrano la nascita e la crescita, dalla fuoriuscita della radichetta alla pianta adulta, hanno milioni di visualizzazioni.
Naturalmente il feeling per il verde va per gradi. C’è chi non lo sopporta, chi tenta di eliminarlo per interessi economici o cause psicologiche. Altri riescono a vivere nei centri urbani più trafficati, preferendoli anzi alle zone periferiche o di campagna, dove si è lontani da tutto (mezzi pubblici, negozi, luoghi ricreativi ecc…) e dove sovente si riscontrano problemi di ordine pratico (insetti, animali…). In effetti, la vita di città è più vivace, basta un giardino condominiale o una gita fuori porta e il problema del verde è risolto.
Effetti psicologici del verde urbano
Sembra che gli effetti a livello psicologico abbiano anche delle conseguenze. Questo studio, effettuato su gemelli omozigoti, ha evidenziato una correlazione significativa e inversa tra “accesso agli spazi verdi” e “incidenza della depressione” (mentre non sono state segnalate differenze nella gestione dello stress e dell’ansia all’interno delle coppie di gemelli). In Olanda è stata notata una correlazione sull’aspettativa di vita e sulla salute, benché non eclatante (si parla di 0,1 anni per la quantità di verde urbano e 0,3 per la qualità). Ma trattandosi di parametri multifattoriali (in cui incidono molto genetica e stile di vita) questi modesti incrementi sono considerati significativi: l’accesso al verde urbano aiuta a gestire lo stress, stimola l’attività fisica e migliora il microclima in cui viviamo.

Ovviamente il verde non dissolve liti, aggressività, malattie e sinistri stradali come per magia. Di sicuro c’è solo che il verde urbano ha la propensione a ridurre lo stress, e quindi tutto ciò che vi è correlato. Magari il paziente di un ospedale immerso nel verde non guarisce, ma affronta meglio la malattia. Nelle scuole i bambini non diventano meno irrequieti o svogliati, ma migliorano le proprie capacità di apprendimento. Nei luoghi di lavoro non aumenta la produttività, ma si riduce lo stress e l’assenteismo. Nei condomini non andranno tutti d’amore e d’accordo, ma diminuiranno le tensioni; per strada si riducono gli incidenti. Gran parte di questi effetti potrebbero essere non solo psicologici, ma anche dovuti ad altre implicazioni.
Effetti fisici del verde urbano:
- miglioramento del microclima: la vegetazione attenua l’isola di calore urbano tramite l’ombreggiamento, la riduzione del riverbero provocato dalle superfici dei palazzi e la traspirazione (ogni grammo d’acqua traspirata sottrae all’aria circa 630 calorie); il condizionamento riduce malesseri fisici, nervosismo e ansia;
- protezione dal vento, e quindi dall’eccessivo abbassamento di temperatura in inverno;
- purificazione dagli inquinanti: tramite assorbimento e immagazzinamento o metabolizzazione, le piante sequestrano monossido di carbonio, cloro, fluoro, ossidi d’azoto e metalli pesanti (questi ultimi sia dall’aria che dal suolo). Le alberature fanno da barriera alla diffusione del particolato sottile, mentre la riduzione di temperatura inibisce indirettamente la formazione di ozono a partire dagli ossidi nell’atmosfera;
- produzione di ossigeno (un albero ne produce all’incirca per dieci persone l’anno) e fissazione dell’anidride carbonica, con conseguente riduzione dell’effetto serra;
- attenuamento del rumore (a partire da sei metri di spessore della macchia vegetativa); anche questo può avere ripercussioni psicologiche positive, soprattutto sui residenti di zone ad alto traffico;
- mantenimento della stabilità del suolo con controllo dell’erosione e del bilancio idrico (riduzione degli allagamenti e del ruscellamento).
Il tutto si traduce in vantaggi impagabili, non solo dal punto di vista psicologico e sociale, ma anche da quello economico e della sicurezza. Un verde urbano di qualità, infatti, riduce i costi del condizionamento domestico, aumenta il valore degli immobili e protegge la comunità da alcune catastrofi naturali.

Per via di interessi economici e della mancanza di risorse finanziarie, il verde viene spesso relegato a spazi minuscoli e sottoposto a devastanti potature; ma la vegetazione urbana sta assumendo gradualmente un ruolo di primaria importanza. Non solo perché le piante sono organismi viventi con proprie necessità, ma anche perché il nostro benessere dipende dal loro. E anche se alcuni invitano a dare priorità agli esseri umani e non ai vegetali, tutelando i secondi pensiamo anche a noi stessi.


2 commenti
Annalisa A.
Grazie 🙂
Sì, è vero, non c’è paragone tra campagna/montagna e verde di città. Anche solo un parco naturale è tutt’altra cosa rispetto ai parchetti cittadini (spesso caotici e un po’ trascurati).
Laura p.
Bell’articolo!
Non mi dispiace leggere notizie che parlano della natura e dei suoi aspetti positivi. Io nei miei periodi difficili trovo sempre solievo a fare passeggiate o crose in campagna o addirittura in montagna stessa.
Purtroppo, comunque, credo che le zone verdi in città non riescano ad avere lo stessp grado di “relief” che io trovo in montagna.