
Strade? Dove stiamo andando non c’è bisogno di… strade!
…e neanche di auto! 4 esempi di paesi italiani (+ 1 europeo) che scelgono con successo una mobilità sostenibile.
1. Codera. Il paese che non c’è
Situato in cima a profondi precipizi, incassato in una vallata che si raggiunge solo con due ore di ripido cammino o in elicottero (a un prezzo di favore, ma comunque un po’ scomodo), il piccolo Borgo di Codera, frazione di Novate Mezzola (Sondrio) è davvero un paese per pochi, anzi pochissimi. Solo una decina di abitanti, perlopiù anziani e pensionati, resistono quassù. E pensare che la frazione Cii ne conta solo 2!

Codera è un caso unico nel suo genere, poiché è abitata tutto l’anno; la mancanza di una strada sembra essere un problema minore per la piccola comunità, infatti la maggioranza dei membri sarebbe favorevole al mantenimento dell’isolamento, preservando così atmosfere e valori che scomparirebbero con il sopraggiungere di auto e jeep. La pensano allo stesso modo i turisti che scelgono di inerpicarsi fin quassù scegliendo tra le due possibili vie: la prima parte dalla località di Mezzoalpiano attraverso uno spettacolare sentiero scavato nella roccia ripido tutto tornanti e gradoni fino ad arrivare ad Avedee prima e a Codera poi. La seconda è il famoso sentiero del Tracciolino, attraverso la Val di Ratti, costruito per la manutenzione degli impianti idroelettrici della Valle e perfetto anche da percorrere con le biciclette.
L’approvvigionamento del borgo, teatro del passaggio di Celti e Romani, abitato sin dal medioevo e addirittura citato da Leonardo da Vinci nel suo codice Atlantico, è attualmente garantito da una lunga teleferica che sale da Valle e che trasporta il necessario per abitanti e turisti.
Oggi la piccola Codera, nonostante rappresenti un unicum nell’ambiente alpino, non è ancora entrata nel circolo delle località montane “alla moda”, forse perché qui, ai piedi del Badile, di moda ce n’è davvero poca: fatica tanta, invece, spesa bene anche grazie agli sforzi compiuti dall’associazione Amici della Val Codera che aiutano a far conoscere lo spirito e lo stile di vita che questo paradiso montano in miniatura sa offrire.
Per saperne di più: http://www.valcodera.com/
2. Chamois, la perla delle Alpi
A 1815 metri di quota, raggiungibile solo a piedi, in bicicletta o in funivia, Chamois (Aosta) è la località ideale (con solo un centinaio di abitanti) dove l’aria frizzante che scende dalla valle del Cervino vi farà dimenticare il caldo e lo
stress della città.
Siete stanchi di code in auto, traffico e parcheggi spesso
introvabili? Abbandonate l’auto e salite a Chamois!

In funivia
Anche se nel lontano 1955 il tema della sostenibilità ambientale non era ancora un concetto popolare, il paese di Chamois non cedeva alle lusinghe della viabilità stradale e sceglieva la funivia come mezzo di collegamento del villaggio con il fondovalle. La funivia era un mezzo
di trasporto veloce e diretto che evitava al tempo stesso la
costruzione di strade e di conseguenza le emissioni di gas nocivi ed il rumore del traffico. Sebbene già le descrizioni dei viaggiatori di inizio secolo individuassero nella realizzazione di una strada carrozzabile il fattore di successo per il futuro turistico della “splendida stazione
climatica”, la popolazione di
Chamois non ha scelto questa soluzione che avrebbe necessariamente modificato il paesaggio circostante. La presenza della funivia ha infatti connotato le scelte urbanistiche del luogo: sono rimaste inalterate le piccole strade in pietra che corrono tra le case ristrutturate conservando immutato il fascino del territorio. Da allora, vari interventi di modernizzazione sono stati effettuati per rendere la funivia sicura e confortevole. Il viaggio in funivia è sempre una emozione: si sorvola la
Valtournenche sino ad una altezza di 250 metri dal suolo, e di frequente si possono ammirare dall’alto i camosci che pascolano placidi tra le cenge erbose e lungo la ripida mulattiera che da Buisson giunge a Chamois.
A piedi o in bicicletta
I più allenati possono salire a Chamois a piedi seguendo la vecchia mulattiera che congiunge tutt’ora la località al fondovalle oppure dal
comune di La Magdeleine lungo un sentiero alla portata di tutti, percorribile anche in mountain bike.
Per saperne di più: www.lovechamois.it
3. Monteviasco, il borgo appeso a un filo
Monteviasco è un borgo del comune di Curiglia, in provincia di Varese. Per raggiungerlo non c’è una strada carrozzabile, ma soltanto la funivia.
L’abitato si affaccia sul Lago Maggiore, per arrivarci si sale da Luino verso Dumenza fino alla località Ponte di Piero da cui parte la funivia.

Per gli abitanti e i turisti che vogliono salire a Monteviasco,
l’unico modo è usare la funivia o servirsi del sentiero, costituito da 1442 gradini. Le case sono rustiche, fatte in piode con balconi in legno, i vicoli sono lastricati in pietra, secondo la tradizionale “rizzada”.
La funivia è curata dalla cooperativa “au suriv” che ha in gestione anche l’ostello del paese, adatto a ospitare gruppi e famiglie che vogliono passare qualche ora in questa oasi di pace, lontani dalle
macchine e dalle località turistiche sul lago.
La funivia è stata realizzata nel maggio del 1989, sale a Monteviasco ogni due ore e nel periodo estivo di domenica ogni ora. L’isolamento della località ha causato negli anni una progressiva diminuzione del numero di abitanti. Oggi ci vivono soltanto una decina di persone, abituate a vivere con rinunce e disagi. Il borgo stesso è tenuto in piedi dagli abitanti e dai villeggianti che vengono nella stagione estiva.
Per saperne di più: http://www.gruppoamicimonteviasco.it/
4. Montisola, turismo lento sul Lago d’Iseo

Montisola o Monte Isola, la perla del lago d’Iseo (Bergamo), è una montagna in un’isola, tutta da visitare e amare. Inevitabilmente chi arriva a Montisola vorrebbe non lasciarla più, perché magicamente ed inesorabilmente si è irretiti dai borghi dei pescatori che il tempo ha gelosamente custodito preservandolo dalle abitudini di chi vive freneticamente le città vicine. Si è colti subito dal desiderio di guardarsi intorno, di inoltrarsi nei vicoli, di ascoltare l’acqua che dondola cautamente i “naet” le antiche barche dei pescatori. E il parlare diventa lento e la voce sussurrata come quando ci si trova in luogo sacro.
Si arriva solo tramite barca o traghetto e ha un’area di 12,8 km², il perimetro costiero dell’isola misura 11 chilometri e conta ben 12 centri storici per quasi 1800 abitanti: il capoluogo Siviano, Carzano, Masse, Cure, Menzino, Novale, Olzano, Peschiera Maraglio, Porto di Siviano, Sensole, Senzano, Sinchignano.

C’è anche una colonia felina “Gatti al sole”, popolata da una cinquantina di amici pelosi con tanto di cartello “Attenzione. Possibile attraversamento gatti”.
Fanno da vallette due piccole isole: a nord l’isoletta di Loreto, a sud l’isola di San Paolo. A Montisola non sono ammesse le auto (forse solo quelle del sindaco, del parroco e del medico) l’unico modo per visitare l’isola è in bicicletta o in bus. Chi è ben allenato potrà percorrere la litoranea a piedi godendo del verde silenzioso e delle spettacolari viste panoramiche sulla costa bresciana e sulla costa bergamasca. Nel punto più alto dell’isola a 600 metri di altezza in località Cure si trova il Santuario della Ceriola: da qui il panorama lascia a bocca aperta.
Il progetto Floating Piers

L’opera era costituita da una serie di passerelle installate sulla sponda bresciana del lago d’Iseo, che permettevano ai visitatori di camminare appena sopra la superficie dell’acqua del lago da Sulzano, sulla terraferma, sino alle isole di Monte Isola e San Paolo, dal 18 giugno al 3 luglio 2016. Le passerelle galleggianti sono state realizzate con circa 220.000 cubi di polietilene ad alta densità e ricoperte da 100.000 metri quadrati di tessuto giallo brillante. Il progetto definitivo ha previsto passerelle galleggianti larghe 16 metri, digradanti ai lati, per una lunghezza complessiva di 3 chilometri. Il percorso proseguiva per 1,5 chilometri lungo le strade pedonali di Sulzano e Monte Isola. Dopo la mostra, tutti i componenti sono stati rimossi e riciclati. Si stima che i visitatori totali siano stati più di un milione e mezzo. Un bel colpo per la tranquillità dell’Isola lacustre più alta e più grande d’Europa!
Per saperne di più:
http://www.visitmonteisola.it
+ Uno. Giethoorn: l’esempio europeo
In questa escursione tra i borghi ad alta sostenibilità non possiamo ovviamente dimenticare la frequentatissima e famosissima Venezia, il cui centro storico è esclusivamente costituito da un intricato dedalo di canali e calli tra cui è facile perdersi.
Noi, però, a conclusione di questo articolo ci concentreremo su un altro caratteristico paesino olandese non a caso soprannominato anche la Venezia Verde: Giethoorn è un piccolo
capolavoro nella provincia dell’Overijssel, dove i manti erbosi dal verde brillante, i lunghi canali d’acqua e le casette dai tetti di paglia lo rendono il posto perfetto per chi vuole allontanarsi dal
caos della città.

Popolato da 2.600 abitanti, questo villaggio dell’Olanda si trova nel parco naturale De Wieden ed è stato fondato nel XIII secolo dalla setta dei Flagellanti che fuggivano dalle persecuzioni religiose. Qui
non esistono strade, a parte una pista ciclabile, e tutti i trasporti avvengono via acqua sui vari canali solcati da 176 ponti di legno immersi nel verde.
Nel corso degli anni, Giethoorn è diventata una famosa destinazione turistica per tutti coloro che vogliono passare un weekend di relax, lontano dalla frenesia cittadina. Si può girare comodamente a piedi,
in bici o affittando la tipica imbarcazione, simile a una gondola, per perdersi fra i vari canali e godersi la pace di questo piccolo villaggio dei Paesi Bassi. Assolutamente da non perdere, il centro storico. Un luogo tanto scenografico da sembrare irreale, soprattutto se si arriva da una grande città come Amsterdam. Poi i musei, come il ‘t Olde Maat Uus,
una vecchia fattoria restaurata in cui sono custoditi ed esposti
documenti e fotografie degli ultimi cento anni del villaggio.
Per saperne di più: www.holland.com
Fonte: www.siviaggia.it www.zingarate.com

