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Eclissi di luna: tra leggenda e realtà.

La Luna torna a dare spettacolo nel nostro cielo, questa volta il cono d’ombra della Terra coprirà parzialmente il nostro satellite naturale. Ciò darà luogo all’eclissi lunare parziale, che sarà visibile da tutte le parti d’Italia. L’eclissi di luna in arrivo sarà l’ultima eclissi lunare parziale fino al 23 ottobre 2023. L’eclissi di luna interesserà il nostro satellite naturale la notte tra 16 e 17 luglio 2019

La parte di luna oscurata dal cono d’ombra della Terra sarà compresa tra il 55 e il 70%, quindi per circa 2/3. L’eclissi prenderà il via alle 18.42, e da quel momento inizierà il crepuscolo. Comincerà a essere più visibile tra le 20.00 e le 21.00, per raggiungere il suo picco tra le 22 e le 23.30.

A differenza dell’eclissi di Sole, che richiede accorgimenti, diapositive oscurate, lenti e filtri solari per osservarla per evitare danni alla vista, l’eclissi di luna può essere guardata tranquillamente a occhio nudo. Per osservarla meglio si può ricorrere a binocoli e telescopi. Inoltre si consiglia di recarsi in luoghi alti e lontani dalle luci e dalla frenesia delle città, così da godersi a pieno lo spettacolo.

Cos’è un’eclissi di luna?

L’eclissi lunare si verifica quando Sole e Terra si allineano con il nostro satellite naturale, che può essere totalmente oscurato (eclissi totale) o in parte (eclissi parziale) dall’ombra della Terra.

Il nostro pianeta infatti proietta un cono d’ombra sulla superficie della luna che, essendo nella fase piena, appare totalmente o parzialmente oscurata.

Tra mito, storia e leggenda.

Nelle mitologie antiche, e in molte primitive, l’astro del giorno e quello della notte sono uniti tramite un legame di duplice sorte: fratello e sorella (come presso i Greci e i Romani) oppure marito e moglie e, insieme, fratello e sorella (come presso gli Incas e nelle religioni scandinave). Eppure la mitologia lunare sembra precedere quella solare e la Luna pare essere l’elemento che in maggior misura, e da più antica epoca, determina la formazione dei miti. 

Essere femminile (la donna, la moglie del Sole), ma anche maschio in molte culture primitive e nell’antica Frigia, ove era venerato il dio lunare Men, ricordata come divinità androgina “che cresce e decresce ed è femmina e maschio” negli Inni Orfici e nel trattato De Iside et Osiride di Plutarco, la Luna è, per i popoli indoeuropei, per Greci e Latini, quasi sempre divinità femminile, sorella del Sole, divinità maschile.

Le eclissi lunari (come quelle solari) erano dagli antichi interpretate come un segno della collera della divinità lunare, come la prova di una vicenda, di una lotta mitica che si compiva in cielo; e questo per lungo tempo, anche dopo che le conoscenze astronomiche dei Greci e dei Latini avevano dato spiegazione del fenomeno.

Nell’area assiro-babilonese le eclissi erano osservate in modo sistematico e venivano previste in maniera abbastanza sicura anche se non se ne conoscevano esattamente le cause. Considerate secondo Diodoro come presagi, favorevoli o funesti, al pari di quelle solari, le eclissi di Luna erano dai Caldei meglio conosciute e predette di quelle solari.

Nel mondo egiziano (come attesta anche la mitologia) le eclissi dovevano essere osservate e studiate. È certo, comunque, che i sacerdoti egiziani al seguito di Alessandro il Grande, conoscevano le reali cause dell’eclisse di Luna da loro osservata lungo il Tigri, prima della battaglia di Arbela, la notte del 20 settembre del 331 a.C., anche se, per Curzio Rufo che descrive l’episodio: “essi non rivelarono alla folla la scienza che avevano acquisita” e interpretarono il fenomeno come un prodigio favorevole al condottiero macedone.

Almeno al secondo millennio a.C. sembrano risalire in Cina le predizioni delle eclissi. Secondo alcune fonti, dall’imperatore Hoang-Ti sarebbe stato istituito un “tribunale matematico” per dare sviluppo all’astronomia e per favorire le previsioni delle eclissi.

Nel mondo greco, secondo la tradizione più diffusa (e nonostante il carattere piuttosto primitivo delle sue idee cosmologiche) Talete avrebbe per primo chiarito la ragione delle eclissi. Più presumibilmente, la scoperta va attribuita ad Anassagora, attorno alla metà del V secolo a.C. Le più perfezionate teorie sul moto del Sole e della Luna risalgono però a Ipparco (II secolo a.C.).

Eclisse di luna ad Atene

Considerate in Roma un prodigio, registrate con ogni probabilità nelle Tabulae che i Pontefici redigevano ogni anno, le eclissi furono studiate e predette, già dal II secolo a.C., da Sulpicio Gallo, il primo vero astronomo romano, che dovette utilizzare tutte le teorie in precedenza elaborate nell’ambito della cultura greca.

Se in Omero l’eclisse è una “morte” dell’astro, da un passo di Plutarco (De facie in orbe lunae, 931) sappiamo che per altri poeti vissuti tra il VII e il V secolo a.C., l’astro era “tolto“, “rubato” al cielo. Secondo una diffusa superstizione, antica quanto i miti “lunari” di Circe e di Medea (figlie di Hecate-Luna), durante le eclissi la Luna era vittima di sortilegi, di procedimenti magici grazie ai quali le donne di Tessaglia, maghe espertissime, erano in grado di “attrarre“, di “tirar giù” l’astro dalle regioni celesti. A questa atavica superstizione che si riconnette (evidentemente come reazione rituale) l’abitudine di produrre violenti rumori, battendo su oggetti di bronzo suonando corni o trombe durante le eclissi di Luna.

Plinio ricorda che prima della scoperta delle cause naturali del fenomeno gli uomini “credevano la Luna vittima di malefìci” e le venivano in aiuto con ogni sorta di rumori. Lo scopo doveva essere quello di liberare l’astro dall’influsso delle parole magiche, di impedire che queste arrivassero fino ad esso. È forse possibile però un’altra interpretazione dei “rumori dissonanti” che i Romani producevano durante le eclissi di Luna. Luna laborat: “la Luna soffre, prova pena” era l’espressione più comunemente usata dagli scrittori latini. Nei rumori originati per venire in aiuto all’astro può essere visto un tentativo analogo a quello compiuto, anche in epoche recenti, dai popoli più diversi (dagli indigeni delle Salomone agli Eschimesi, dai Mauritani ai Cinesi e agli Indonesiani, dagli antichi Peruviani alle tribù dell’America settentrionale) i quali ritenevano, producendo suoni acuti, di spaventare il “mostro” che minaccia di divorare (o sta divorando) la Luna.

Siete pronti ad alzare gli occhi al cielo e godervi lo spettacolo?

Fonte: money.it antiqui.it

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