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Miti e leggende della notte più stellata dell’anno.

10 agosto, la notte più affascinante e romantica dell’anno è pronta per l’ennesima volta a dare spettacolo con l’incanto delle sue stelle più luminose, lo sciame meteorico delle Perseidi.

Secondo la leggenda le stelle cadenti rappresentano le lacrime di San Lorenzo, martirizzato sui carboni ardenti proprio il 10 agosto del 258.

San Lorenzo era un giovane sacerdote originario della Spagna. Nato in Aragona intorno al 220, passò la giovinezza a Saragozza dove studiò teologia e qui conobbe il futuro papa Sisto II. In seguito Lorenzo lascò la Spagna per trasferirsi a Roma, dove fu eletto arcidiacono ma nel 258 l’imperatore Valeriano diffuse un ordinanza in cui tutti i vescovi e diaconi dovevano essere giustiziati.

Si racconta che il 6 agosto fu ucciso Papa Sisto II mentre il diacono Lorenzo fu arrostito vivo su una graticola di ferro il 10 agosto del 258 dopo Cristo. Da allora, ogni anno, le sue lacrime infuocate continuano a diffondersi nel cielo come scintille a ricordo del sacrificio del Santo delle stelle.

Un po’ di scienza.

Quello che si sembra il più poetico dei fenomeni è, più prosaicamente, l’effetto dell’impatto di uno sciame meteorico (polveri e ghiaccio) sull’atmosfera terrestre. Come si è formato? La cometa Swift Tuttle, nel suo orbitare attorno al Sole, passa periodicamente vicino al nostro pianeta e lascia una scia di detriti. L’ultima volta è stato nel 1992, la prossima sarà nel 2126.  Ha un diametro di circa 1o chilometri, più o meno come quello dell’asteroide che ha colpito la terra 65 milioni di anni fa, provocando l’estinzione dei dinosauri. Almeno per adesso (e almeno per i prossimi mille anni) non si rischia che Swift Tuttle faccia la stessa fine e noi con lei. I detriti, appunto polveri e ghiaccio che la cometa lascia sul suo passaggio formano uno sciame meteorico. Quando la terra, nel suo moto orbitale, attraversa l’orbita della cometa possima o osservare il fenomeno delle “stelle cadenti”. In questo periodo, le Perseidi (questo il nome astronomico dello sciame perché il radiante, ossia il punto sulla volta celeste dal quale provengono le meteore, si trova nella costellazione del Perseo) incontra, appunto, l’atmosfera. Le Perseidi si muovono a una velocità maggiore ai 214 mila chilometri l’ora e percorrono, quindi, 59 chilometri al secondo. L’evaporazione provocata dall’attrito produce scie luminose lunghe fino a 20 chilometri e perfettamente visibili per alcuni secondi anche a occhio nudo.

Non solo Perseidi

Le Perseidi sono state osservate per la prima volta nel 36 d.C, ma gli sciami di meteoriti sono e sono stati diversi, in diversi periodi dell’anno. Quelli più noti insieme alle Perseidi, grazie alla maggiore visibilità, sono le Leonidi (intorno al 17 novembre), le Geminidi (dal 3 al 19 dicembre) e le Quadrantidi (dal 1 al 5 gennaio, ma la data migliore è il 3).
Il numero totale di meteoroidi che entrano ogni giorno nell’atmosfera terrestre, e che sono teoricamente osservabili ad occhio nudo anche se molto deboli, è stato stimato in almeno 75 milioni.
La pioggia meteorica più copiosa che fu mai stata osservata si verificò il 17 novembre 1966, quando si avvistarono più di 1000 stelle cadenti al minuto.

Miti e leggende tra storia e letteratura.

 I greci, ad esempio, vedevano nelle stelle cadenti la morte di Fetonte, figlio di Apollo che nel tentativo di guidare il carro del sole del padre causò una serie di pericoli e disgrazie al punto che Zeus lo dovette uccidere scagliando un fulmine. Il corpo in fiamme della vittima, precipitò verso il fiume Po ed il fenomeno delle stelle cadenti si ripeterebbe ogni anno in modo da commemorarne la morte.

Per il popolo persiano, secondo un racconto che si tramandava di generazione in generazione, le stelle cadenti erano forze maligne chiamate “streghe”, lanciate da una forza divina malefica che erano in grado di portare sulla Terra lunghi periodi di siccità e sconbussolare l’armonia celeste. Ma ci sarebbe stato un lieto fine, il dio benevolo rappresentato dalla stella Sirio avrebbe sconfitto queste forze e messo fine alla siccità causata da un cavallo nero che bloccava le acque del lago celeste.

Nell’antica letteratura indiana, le stelle cadenti hanno sempre una connotazione negativa, sono demoni dalle sembianze femminili portatrici di disgrazie, mentre nella più recente cultura indù le stelle assumono la figura dei defunti che tornano sulla Terra per reincarnarsi.

Per la città stato di Sparta, invece, le stelle cadenti avevano un significato di importanza politica. Ogni nove anni, infatti, alcuni magistrati addetti al controllo degli altri organi di potere, i cosiddetti Efori, osservavano il cielo in cerca di meteore e scie luminose che, se presenti, erano considerate simboli di avversità da parte degli dei nei confronti degli attuali regnanti, pronti ad essere deposti.

Una storia più recente, risalente al Medioevo vedeva le stelle cadenti come le anime dei defunti che libere dal purgatorio si spostavano nel cielo e chiunque le vedeva dovesse recitare un Padre Nostro.

La data viene anche ricordata da Giovanni Pascoli. Nella sua poesia “X Agosto”, il poeta ricorda l’omicidio del padre Ruggero.

San Lorenzo, io lo so perché un così gran numero
di stelle nell’aria serena
s’incendia e cade, perché un così gran pianto
risplende nel cielo.
Una rondine ritornava al suo nido:
l’uccisero: cadde tra rovi spinosi:
ella aveva un insetto nel becco:
la cena per i suoi rondinini.
Ora è là, morta, come se fosse in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e i suoi rondinini sono nell’ombra, che attendono,
e pigolano sempre più piano.
Anche un uomo tornava alla sua casa:
lo uccisero: disse: Perdono;
e nei suoi occhi sbarrati restò un grido:
portava con sé due bambole per le figlie…
Ora là, nella solitaria casa,
lo aspettano, aspettano invano:
egli, immobile, stupefatto mostra
le bambole al cielo lontano.
E tu cielo, dall’alto dei mondi
sereni, che sei infinito, immortale
inondi con un pianto di stelle
quest’atomo opaco del male!

Fonte: www.bergamonews.it www.ors.org
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