
Buona Vigilia di Natale a tutti!
Cari Lettori, anzi care panze dei lettori,
siete pronte?…Il Natale è giunto.
Dopo aver fatto le vostre richieste al Babbo, e mi raccomando non scordate latte e biscotti per il suo passaggio, prepariamo i nostri cari stomaci a quella che sarà l’abbuffata natalizia.
Da buona meridionale, sono tra quelle che, vivendo in provincia di Milano, faceva i mille chilometri in macchina per raggiungere i parenti in Puglia. La partenza variava in base al calendario scolastico, chiusura della scuola e il giorno dopo tutti in viaggio.
Oggi le cose sono cambiate, trascorro qui le feste, ma non scordo gli usi tipici di questa festività. Quindi più che concentrarmi sul giorno di Natale, vorrei raccontare del tradizionale cenone della Vigilia, molto sentito nel Meridione.
La sera del 24 il menù era ed è, rigorosamente a base di pesce, il motivo? La tendenza sarebbe, e dico sarebbe, quella di mangiare leggero per prepararsi al grande pranzo del giorno successivo. In realtà non è proprio così…

…Si comincia, infatti, con un “leggero” antipasto, le Pettole, ossia pasta lievitata e fritta, semplice o con l’aggiunta di acciughe. Da piccola, ma anche e soprattutto adesso, frenetica era la ricerca nella coppa per trovare la pettola con la cara acciughina.
Dal fritto passiamo al pesce crudo che ho sempre trovato abbastanza impegnativo finché non ho scoperto le Tagliatelle, la sacca delle seppie tagliata a strisce, come le tagliatelle appunto, e mangiata cruda. Una tira l’altra e non si smette più. Accanto le Ostriche e le Noci bianche, un particolare tipo di mollusco con valve, che assaggiai da piccola rimanendo traumatizzata. Ricordo ancora il commento “sembra di bere un bicchiere di acqua di mare”. Appena avrò l’occasione ritenterò l’assaggio poiché da allora non ho più avuto il coraggio di provare entrambe. Infine le Violette, piccoli gamberetti, di cui francamente non ho ricordi, forse perché non provai nemmeno ad assaggiarle visto il trauma precedente.

Ed ecco il primo, chi non ha sentito nominare le Orecchiette con le Cime di Rapa baresi? Le orecchiette sono fatte a mano e comprate dalla signora di Bari Vecchia che puntualmente le mette da parte per i clienti abituali. Le cime di rapa fresche, che non apprezzavo troppo da bambina per il loro sapore amaro, sono accompagnate, anche in questo caso, dalle care amiche acciughe. E perché no, per i più impavidi e coraggiosi un filo di “olio santo” che surriscalda un po’ la bocca; se lo hanno fatto in casa attenzione, la bocca altro che scaldarsi, potrebbe prendere fuoco!
È giunta l’ora del secondo, pesce cotto a volontà: il capitone al forno, ovvero la femmina dell’anguilla, che purtroppo non mangio da tempo e non mi dispiacerebbe assaporare. Spigole e orate, di cui bisogna mangiare per forza la guancia, mia mamma se la spazzava via in un attimo, poiché, confermano i marinai, è la parte del pesce più saporita. Prima abbiamo parlato di pettole fritte, ora invece immergiamo nell’olio il baccalà, di solito ricoperto di pastella. Ancora, gli scampi e gamberi in padella, al forno, cotti in tante maniere diverse.
Non mancano i contorni, l’Insalata Russa la cui maionese è fatta in casa. Mi raccomando, l’olio deve essere versato a filo, altrimenti la maionese impazzisce, cosa che a me accade molto spesso! Le Crudité indispensabili per sciacquarsi la bocca. Direi niente patate fritte o cose simili, visto che la cena deve essere leggera…

…Infatti si passa al dolce, la Cartellata è tipica natalizia. Una sottile sfoglia fatta con ingredienti semplici, ma la cui preparazione è lunga e laboriosa. L’impasto, dopo aver raggiunto la giusta consistenza e dopo aver riposato, viene diviso a strisce con una rotella e ripiegato varie volte in modo che si vengano a creare dei piccoli spazi che raccolgono il miele e il vin cotto. Infatti dopo l’ennesima immersione nell’olio, questi dolci vengono completamente ricoperti di miele e vin cotto. Mia nonna si dilettava anche a cucinare gli Struffoli, tipici della tradizione napoletana, ma a suo modo. L’impasto è lo stesso della Cartellata, ma sono piccole palline, disposte a ciambella e unite dal miele con l’aggiunta di mandorle. In due occasioni ho replicato la ricetta, la prima volta tutto bene, ottimo anche il successo dei dolcini, la seconda volta, disastro, non so cosa accadde all’olio, ma iniziò a bollire allagando tutto il piano dei fornelli. Mia mamma era incredula e mi disse che non le era mai capitata una cosa simile. Ancora, tanti dolci a base di pasta di mandorle, tante forme simpatiche e tanti gusti da assaporare.
La cena si conclude con la “Sopratavola” ossia tanta frutta secca accompagnata da altrettanta frutta fresca preferibilmente in chicchi perché portano fortuna, tanta uva e melograno!
A pasto concluso tutti a scartare i pacchetti sotto l’albero finché, poi, scattano i giochi, dalla Tombola al Mercante in fiera, Sette e mezzo, Baccarà e tanti altri. Se capita di organizzare la tombola a premi non scordate che i regali che non vi sono piaciuti o che magari già avete, possono essere riciclati come premi. Fate attenzione, ricordate bene chi ve li ha regalati per evitare situazioni imbarazzanti tipo “il mio premio assomiglia al regalo che ti avevo fatto…”.
La serata si chiude allo scoccare della mezzanotte, il o la più piccola della famiglia mette il Gesù Bambino nel Presepe e poi c’è chi va a messa o chi si fionda sotto le coperte per prepararsi al giorno successivo.

