
Regifting post-natalizio: lo scambio dei regali indesiderati
C’è chi ancora non vede di buon occhio la pratica, sempre più popolare, del riciclo dei regali indesiderati: in fondo “a caval donato non si guarda in bocca” e un dono, anche se sgradito o della taglia sbagliata, è pur sempre insignito di un certo valore affettivo. Eppure è sempre meglio far rivivere questi prodotti invece che gettarli o tenerli per anni in un cassetto. Meno sprechi, meno rifiuti e l’occasione di rendere utile, per qualcuno, un oggetto che non lo è per noi.
Il termine regifting, originariamente, indicava il semplice regalare ad altri un regalo appena ricevuto. Oggi con questo termine si può intendere qualsiasi occasione in cui il regalo riacquista nuova vita: la donazione ad associazioni benefiche, il baratto, il riciclo creativo e perfino la rivendita nei mercatini dell’usato o sulle piattaforme online.
Prendono sempre più piede gli eventi di scambio (o “swap party”, “feste del baratto”) organizzati da enti o associazioni, in cui si possono portare vestiti di altre taglie, giocattoli fuori età, doppioni, oggetti che non possiamo usare o che semplicemente non ci piacciono e scambiarli con qualcos’altro.
Il requisito essenziale è che siano nuovi, possibilmente ancora in confezione integra o con il cartellino. A ogni oggetto viene assegnato un valore tramite crediti, bollini ecc. con cui “acquistare” oggetti portati dagli altri partecipanti. Oppure si tratta di un semplice scambio “porti uno-prendi uno”, senza necessità di confezione né etichetta. Spesso sono eventi gratuiti; a volte è previsto un costo d’entrata (che solitamente include un buffet) o un’offerta libera.
Per esempio, l’8 di gennaio il progetto Rica (che riunisce alcuni comuni della provincia Nord di Milano, tra cui Bollate) organizza in varie sedi lo “Scambio dei regali pacco”, dove, per ogni regalo ceduto, se ne può pescare un altro.
Si può inoltre approfittare dei vari mercatini dell’usato e del baratto che si tengono in molti comuni una-due volte al mese, oppure di swap permanenti, che organizzano tutto l’anno:
- East Market Shop, ricavato in un’ex fabbrica in zona Mecenate a Milano, è il punto di ritrovo dei privati per vendere, acquistare e scambiare articoli di ogni tipo;
- Swapush è un’iniziativa nell’ambito dell’abbigliamento, nata nel 2015 e corredata di app, che si occupa di organizzare swap party a Milano e provincia. Ne avevamo parlato in Swapush: barattare mai buttare;
- Swapinthecity organizza eventi di scambio di vestiti e accessori.

Ultima possibilità il baratto online, tramite:
- Coseinutili, piattaforma su cui ogni articolo reso disponibile equivale a una certa quantità di crediti da poter utilizzare per richiedere gli articoli che ci interessano. È anche una sorta di “banca del tempo” in cui proporsi per piccoli lavori in cambio di oggetti o del tempo di qualcun altro;
- Zerorelativo, dove l’utente che desidera scambiare i propri articoli sceglie tra migliaia di annunci e si mette in contatto con il “venditore”;
- Swapick, in cui un algoritmo associa il nostro inventario e i nostri interessi direttamente ai potenziali scambi (su questo sito è inoltre possibile acquistare, vendere oppure effettuare un baratto parziale).

