
Giochiamo?
Tombolaaaaa, quante volte è stato ripetuto durante questo periodo? Ancora tutti intorno al tavolo, non più per mangiare, ma per giocare. A casa mia dopo pranzi e cene, durante le festività natalizie, d’obbligo era la tombola. Mia mamma e le mie zie facevano spese di premi e devo dire di aver ereditato questa tradizione, cerco però di stare più sull’economico riciclando doni o raccattando cose in casa. Trovo sempre, rovistando in giro, qualche cianfrusaglia orrenda o suppellettile inutile che è li pronta per essere vinta da qualcuno. Questa è la fine che ha fatto una borsetta, regalatami alla laurea; le balze, il colore cangiante rosso arancio e la tracolla a catena, non mi si addicevano troppo quindi, senza remore e paturnie, una mia amica, con mia grande gioia, si è accaparrata il premio. Che dire poi del corno, un piccolo oggettino che non ho mai capito se fosse un pendaglio o un soprammobile. La base argento e la parte curva color turchese, non so perché non rossa. Un altro fortunello l’ha portato a casa peccato sia stato regalato a tutte e tre noi sorelle quindi ne sono rimasti altri due in circolo.
Se riproponete vecchi regali, godetevi le facce all’apertura dei premi e, mi raccomando, di impacchettare i pensierini, usate la carta di giornale o quella dei regali scartati, le reazioni allo spacchettamento e l’effetto sorpresa sono molto divertenti!

Se poi vi capitasse di passare da qualche discount date sfogo alla vostra creatività: non è stato immortalato, ma ricordo ancora la faccia del mio amico che vinse una scatola di fagioli, costo 30 centesimi. Ce ne sono di ogni, dalle caramelle alle cioccolate, ai barattoli di passata di pomodoro. Anche la scatoletta singola di tonno può diventare un premio, soprattutto se, com’è successo a me, la linguetta d’apertura è rotta e in casa non avete l’apriscatole, che spero avesse il fortunato che ha vinto il premio.
Non sono ferrata coi giochi di carte, ricordo però il Mercante in fiera, altro appuntamento fisso post pranzo e cena. Soprattutto da piccolina le regole non è che mi fossero proprio chiare quindi altro non facevo che fare offerte a caso. Mia mamma cercava di darmi un contegno e finiva per tapparmi la bocca perché, fosse stato per me, avrei comprato tutto il mazzo di carte. Per chi non lo sapesse lo scopo del gioco è acquistare carte per poi aggiudicarsi il premio più alto ricavato e ottenuto dalle aste.
Dato che l’Epifania tutte le feste porta via, parliamo anche di giochi non natalizi che possono essere fatti in una serata invernale al calduccio o, come faremo noi cari compagni di articoli, quest’estate sui tavoli di Villa Annoni. Conoscete Taboo? Lo scopo del gioco è far capire ai propri compagni di squadra una parola, senza però usare l’elenco delle cinque parole correlate a quella da indovinare, scritte sulla carta pescata. Per intenderci, la sottoscritta doveva far indovinare il termine “mostro” e le parole da non nominare erano favole, cattivo, principessa, uccidere ed eroe. Non so per quale motivo, ma l’unica cosa che al momento mi è venuta in mente è stata “animale degenerato”. Ovviamente i miei compagni di squadra non hanno indovinato. Ancor più divertente è stato quando il turno è passato a mio zio. La versione di Taboo che ho a casa è la XXL quindi, oltre al metodo classico, le parole vanno fatte indovinare, disegnando, mimando con un pupazzo e con i sinonimi. Ebbene, mio zio con il disegno sottostante, ha tentato di far intendere alla mia squadra che quella che lui aveva “cercato di rappresentare” era una mucca… si è passati poi all’estremo opposto, il mio amico artista ha impiegato un’intera clessidra cercando di portare a termine la sua opera e di farcela indovinare, un colibrì…

La mucca disegnata da mio zio
Questo è uno dei tanti e cari giochi da tavolo, che si possono riesumare per trascorrere una serata divertente. Ma non si scordi il Monopoli, io non ho mai finito una partita perché era più facile che “calasse la palpebra”; ancora Risiko, mia sorella nello spiegarmi le regole mi ha fatto credere che prima di attaccare, i carri armati andassero posizionati uno per uno verso i nemici. Prima di fare la mossa perdevo sempre un po’ di tempo e mia sorella rideva, finché un amico si è chiesto il motivo per cui ogni volta facessi quella mossa e svelato l’arcano tralascio gli insulti! Tutti pronti a giocare al mitico Cluedo, l’ho riscoperto di recente, oh cari i miei amici editor, ribadisco di prepararvi ai partitoni!
Potrei non finire più questo articolo se proseguissi con tutti gli altri, vorrei quindi cambiar genere, focalizzandomi sui giochi “fai da te”. Prendete un bel post it, scriveteci su il nome di un personaggio famoso e attaccatelo in fronte agli altri partecipanti al gioco; ognuno, facendo domande, deve capire chi è il soggetto che ha scritto in fronte. Auguro tanta fortuna a chi come me non ha molta memoria, infatti mi sono sempre armata di carta e penna per prendere appunti e per non scordarmi le domande che facevo…
La versione XXL di Taboo non è indispensabile fisicamente, anzi è possibile dividersi in squadre e far indovinare parole con le varie modalità: ho giocato ai mimi con mio nipote che è impazzito e si è divertito da matti; date in mano carta e penna ai meno abili nel disegno e anche li scattano le migliori risate; si provi poi a creare intere frasi da indovinare e buon divertimento!
Infine vorrei concludere col mitico Twister. Obiettivo? In base ai comandi che vengono dati, spostare mani e piedi da un punto di colore all’altro ed essere l’ultimo giocatore che resta in equilibrio sul grande tabellone. È possibile realizzare anche questo gioco in casa, basta un grande lenzuolo vecchio e delle tempere. Per il resto i comandi potete tranquillamente darli voi improvvisando. Un unico consiglio: attenzione quando ritrovate i fondoschiena che guardano la vostra faccia, le posizioni, spesso disgraziate, provocano movimenti intestini di aria che non sempre si riescono a trattenere!!!

