
Covid-19: Il Lavoro non è Tutto
Sono giorni difficili, in un periodo che ci impone di rallentare i nostri ritmi. Ma, in realtà, non parliamo semplicemente di tirare un poco il freno. In realtà stiamo parlando di fermarci totalmente. E francamente, la società odierna non è abituata a fermarsi.
Il Covid-19 è giunto così, in un attimo. Ma punto di maggior attenzione è il momento storico in cui è giunto. Parliamoci francamente, negli ultimi la società ha raggiunto dei ritmi esagerati, sotto ogni aspetto, e questi ritmi esagerati si sono verificati sotto i più disparati ambiti della nostra vita: lavoro, istruzione, tempo libero (che non ce n’era più), Hobby, sport …
Ritmi che ci impongono di non fermarci nemmeno un attimo, di incastrare milioni di appuntamenti uno dietro all’altro, di trasformare tutto in una corsa alla massima resa, e questa corsa ha portato a sviluppare ansia, competizione malsana, necessità di prevalere e predominare sull’altro, e chi più ne ha più ne metta.

Ma non è solo questione di ritmi. Anche i nostri valori e principi più profondi si sono, via via, modificati, sono svaniti, dilaniati e in fine mutati in qualcosa di davvero poco felice per la nostra vita. Si è innescata una corsa all’affermazione di se tramite l’abito firmato, lo smartphone di ultima generazione, l’auto fiammante e sempre più potente; si è innescata la corsa al successo tramite un lavoro sempre più redditizio ma che spesso non lascia spazio alla nostra vita privata e/o alla famiglia; si è innescata una crociata contro un nemico identificato sempre in qualcuno che sta accanto a noi, sul lavoro, a scuola, per strada…

E così, sempre presi da un ritmo di vita di giorno in giorno sempre più insostenibile, ci siamo dimenticati dei valori veri, delle soddisfazioni della vita, quelle semplici e sane; ci siamo dimenticati del valore della natura, della famiglia, degli amici; ci siamo totalmente dimenticati del valore del tempo libero (di cui ci ha parlato tempo fa il nostro amico Marco Alberto Donadoni) e di come ci si sente a fermarsi, rallentare, li, dove ci troviamo.

Ed in effetti ciò che ci sta insegnando questa esperienza di vita, unica fino ad ora nella mia vita, è proprio quello di fermarci e osservare, sentire, vivere. Senza bisogno di sfoggiare nulla, senza bisogno di andare in delle mete turistiche raffinate, lontane. Ce lo insegna portandoci a vivere un umile semplicità come un tempo, ricordandoci dei nostri spazi, di chi ci sta attorno e della natura così com’è, senza inquinamento e senza troppa tecnologia.

E allora mi sorge spontanea una domanda: Come ci siamo dimenticati di tutto questo? Come ci siamo abituati a pretendere sempre di più? A distruggere la natura per soddisfare qualche strano desiderio malato che sta in noi? Come ci siamo dimenticati di cosa vuol dire famiglia? Come ci siamo dimenticati del valore delle nostre amicizie ? E del nostro tempo?

Forse, davvero questo avvenimento ci deve insegnare qualcosa.
E, tutto sommato, i nostri Nonni ce lo dicevano spesso:
BASTA POCO PER ESSERE FELICI

