
Felicità: quando l’emozione negativa va oltre ai confini … della nostra percezione
Quando ci troviamo in una situazione di crisi la nostra persona a livello caratteriale, animico, psicologico viene messa a dura prova. Lo viviamo oggi attraverso la quarantena scatenata dal COVID-19 (e per alcuni il lavoro in situazione di pericolo maggiorato), ma non solo: alcuni di noi l’hanno vissuto in situazioni lavorative difficili, altri l’hanno vissuto in problematiche sentimentali, in litigi e quant’altro.
Trovandoci quindi in una situazione del genere ci può mandare appunto in uno stato di crisi.
E spesso, questo stato di crisi sorge direttamente da una nostra impostazione mentale sbagliata, sorge proprio dentro di noi: ecco perché, nell’esempio del posto di lavoro, molti colleghi nella stessa identica situazione si trovano a proprio agio mentre altri entrano in uno stato di sofferenza.
Ma, acquisendo uno stadio di consapevolezza maggiore, tutto può diventare improvvisamente migliore.

Andiamo in grecia?
L’etimologia di crisi deriva senza dubbio dal verbo greco krino = separare, cernere, in senso più lato, discernere, giudicare, valutare.
https://www.etimoitaliano.it/
Ebbene si, il termine deriva dal greco Krino, come abbiamo letto poco sopra. In effetti, il termine crisi, nasce come idea di Separazione, scissione. Ma di cosa?
Si intende una scissione delle nostre emozioni, dei nostri pensieri, in due o più fazioni interne. Torniamo all’esempio qui sopra, in una scelta legata ad un importante cambiamento lavorativo, cadiamo nel dubbio, afflitti da mille pensieri contrastanti tra di loro. Questo è un classico esempio di scissione interna, non siamo completamente propensi a pendere in una direzione, ma ci troviamo a combattere con noi stessi, nel disperato tentativo di vagliare tutte le ipotesi e capire quale sia la giusta scelta.
E questo è il fulcro, la colonna portante, la pietra angolare che sorregge molte delle nostre problematiche.

La lontananza che rimpicciolisce gli oggetti per l’occhio, li ingrandisce per il pensiero – Arthur Schopenhauer
Un lievitante dello stato di crisi è la frenesia (componente chiave della società odierna). Si, perchè una delle soluzione che da sempre è stata antidoto per i nostri momenti di crisi è la lontananza e la tranquillità.
Non parliamo obbligatoriamente di lontananza fisica, ma di distanza dal problema stesso. Cerchiamo di rallentare dai nostri ritmi frenetici, trovare un luogo tranquillo in cui placare i nostri sentimenti e la nostra Anima, e osservare la situazione da un punto di vista sopraelevato, riuscendo ad osservare con calma tutti i nostri pensieri e tute le variabili in gioco.
Già questo è un ottimo traguardo.
Noteremmo subito che “il fiato corto” sparisce, la padronanza di noi stessi ritorna, e con tutti i dati sul tavolo potremmo facilmente trovare una strategia per poter affrontare il problema con cognizione di causa, e molto probabilmente la nostra crisi interiori si potrebbe affievolire istantaneamente.

Ma cosa ci è successo?
Al di la della causa che ha scatenato la crisi, la domanda che dovremmo porci tutti è: “Cosa ci è successo? Perchè cadiamo così facilmente in uno stato di crisi?”
Credo che ognuno abbia la sua risposta personale, cucita su misura per se e per la propria vita.
Ma ci sono dei fattore esterni e comuni della società odierna che sicuramente influiscono negativamente. Io in quest’articolo ho citato la frenesia dei giorni d’oggi, ma in realtà ci sono moti fattori che possono influenzare ognuno di noi. E il modo di riconoscerli è semplicemente chiudere gli occhi, fare un bel respiro ed ascoltarsi !


