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Il manuale per eco-sostituire il digitale

Abbiamo visto nei precedenti articoli (Social network e CO2: un impatto da tenere in considerazione e Il tuo smartphone può arrivare a inquinare tanto quanto la tua automobile) che non sempre digitale significa “più ecologico” del cartaceo o del manuale: a volte è più sostenibile l’uno, a volte l’altro.

Per questo è utile integrare i due contesti: non soltanto per contrastare tutte quelle problematiche psicologiche di cui abbiamo parlato finora, ma anche per rendere più sostenibile la tecnologia, potente strumento che può virtualmente aiutarci a fare tutto.

A livello simbolico, durante il nostro prossimo laboratorio utilizzeremo la carta. Tutti ormai tendiamo a usare il telefono per qualunque cosa, anche per prendere appunti e segnare appuntamenti, ma le nostre case sono ancora zeppe di carta (ritagli, fogli di brutta, copie di stampa errate ecc.) che potrebbe essere usata per la lista della spesa, gli elenchi di cose da fare, schizzi, progetti, ecc. Stiamo parlando della base più semplice del riciclo, ma non solo.

Scrivere manualmente tiene allenati alcuni circuiti cerebrali che non servono quando si digita al telefono; inoltre, sempre a livello simbolico, la carta è qualcosa che rimane, al contrario degli input digitali che perdiamo nell’enorme calderone della tecnologia, subito sostituiti da altri ed altri ancora. Un po’ come gli scatti fotografici.

Durante l’evento di venerdì 30 settembre parleremo di un uso il più possibile sostenibile della tecnologia e, a corollario, impareremo un’attività molto interessante: la produzione di carta riciclata. L’arteterapeuta Serena Longoni insegnerà ai partecipanti come creare un’agenda o un calendario tutto di carta riciclata seguendo il procedimento artigianale autentico, chiaramente trasposto in scala ridotta. Ovviamente ciò non significa che per eco-sostituire il digitale si debba trasformare la propria casa in una cartiera: si tratta di un’arte manuale simbolica, grazie alla quale si consolidano i concetti espressi durante il workshop. Creare qualcosa che rimane, che non va a perdersi; un modo per accrescere la consapevolezza del passaggio da un “mezzo di archiviazione” all’altro e dell’integrazione ecologica fra i due.

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