
Intelligenza artificiale nella scuola e nella ricerca
Era scontato: ChatGPT ha cominciato a circolare fra gli studenti, che la usano molto spesso per svolgere temi, esercizi, testi in lingua; addirittura tesi e altri elaborati universitari. Gli insegnanti sono preoccupati e qualcuno ha dichiarato ormai inutili i compiti a casa. Le scuole di New York hanno bloccato l’utilizzo di ChatGPT sulle reti scolastiche, ma ovviamente ciò non è fattibile sui computer domestici. Per questo molti programmatori stanno correndo ai ripari, annunciando l’uscita di strumenti atti a discriminare i contenuti generati con l’IA da quelli umani.
Se da un lato l’IA può compromettere lo studio, creando contenuti pronti all’uso che quindi non stimolano l’apprendimento (e che non sono sempre affidabili!), dall’altro tutto il mondo dovrà conviverci in qualche modo e gli studenti dovranno imparare a gestirla con disciplina: un po’ come si fa con le calcolatrici, che non possono sostituire in toto la nostra abilità di calcolo. Bisognerà fare inoltre molta attenzione in un ambito delicatissimo come quello medico.

Per quanto riguarda l’insegnamento, l’IA porterebbe addirittura qualche beneficio:
- – snellendo il lavoro extrascolastico e migliorando la precisione nella correzione dei compiti
- – elaborando linee guida per temi ed esercizi
- – elaborando piani di apprendimento personalizzati, tenendo anche conto di eventuali Bisogni Educativi Speciali.
Altro problema riguarda la ricerca scientifica.
L’IA è stata già usata da molti autori (alcuni in modo dichiarato, altri no) per migliorare la qualità dei loro scritti prima di sottoporli a riviste quotate. Questo miglioramento comprende:
- – revisione ortografica e grammaticale
- – assistenza sintattica
- – traduzione in lingua straniera
- – ricerca delle referenze
- – analisi statistica
- – elaborazione dei dati.
Si va quindi da un’innocua assistenza fino ad un uso più importante.
Anche gli editori usano l’IA per molteplici scopi:
- – analisi degli scritti inviati per individuare plagi e manipolazione delle immagini
- – smistamento delle proposte
- – validazione delle referenze
- – revisione ed editing
- – ottimizzazione della SEO e della reperibilità dei contenuti.
Nel gennaio 2023, sulla famosa rivista scientifica Nature sono comparsi due pre-print e due articoli che riportavano esplicitamente ChatGPT fra gli autori. Alcuni sono stati segnalati come errori da correggere, ma ormai gli articoli sono indicizzati su PubMed e Google Scholar.
Nature ha definito una linea di condotta che proibisce di nominare l’IA tra gli autori accreditati in una rivista di ricerca scientifica, poiché va a scapito dell’affidabilità dell’articolo. ChatGPT infatti non può assumersi tale responsabilità come un utente umano. È senz’altro possibile, anzi obbligatorio, citare l’utilizzo dell’IA nel paragrafo “Metodi o Riconoscimenti” che caratterizza la scaletta di ogni scritto.

Anche altre riviste si stanno attivando per bandire l’IA dalla sezione autori e richiedere piena trasparenza nel loro uso come semplici strumenti di editing. La Conferenza Internazionale sul Machine Learning sta indagando e discutendo l’impatto dell’IA sulla pubblicazione scientifica, cosa niente affatto semplice.
Alcuni esponenti della comunità scientifica hanno provato a porre domande su temi seri e spesso soggetti a controversia (ad esempio le vaccinazioni), e hanno riportato risposte ben scritte ma molto stereotipate, poco aggiornate, false o artificiose, senza referenze accurate; in alcuni casi addirittura con evidenze inventate. La stessa OpenAI, produttrice di Chat GPT, riconosce i suoi limiti e mette in guardia da possibili risposte che suonano plausibili ma in realtà sono inesatte: d’altronde la chatbox è stata formulata con l’intento di ottenere feedback dall’utenza, ed è quindi migliorabile. Questo è un avvertimento chiaro per i ricercatori: la chat non può ancora essere utilizzata per la ricerca di informazioni affidabili e non deve quindi sostituire la responsabilità umana in un ambito delicato come la pubblicazione scientifica.
Fonte: Nonhuman “Authors” and implication for the integrity of scientific publication and medical Knowledge. Jamanetwork.com

