Mi capita troppo spesso, all'interno delle mie consulenze, di sentire frasi frustrate e piene di risentimento nei confronti dei mancati auguri di buon compleanno, di buon anno o di qualsiasi altro augurio non ricevuti sui social network(vedi: ho bisogno di te, non dei tuoi LIKE!). Abbiamo delle aspettative, nei confronti di queste dimostrazioni d'affetto digitale, molto alte, donandogli un valore fuori luogo, e vi voglio spiegare perchè.
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Analisi dettagliata e completa da parte di un Biologo Nutrizionista degli effetti di Energy Drinks e Integratori nel mondo degli adolescenti, con uno sguardo su social e Gaming.
In una recente serata aperta ai genitori e agli alunni in cui affrontavamo a 360° un uso scorretto della tecnologia, molti dei partecipanti nel pieno del fervore del dibattito, hanno sollevato delle questioni molto interessanti che varrebbe la pena di analizzare. “Formazione per i genitori … che nn ci sono” […]
Quante volte capita di collegarsi a social network, aprire whatsapp, (soprattutto) Instagram e TikTok, oppure collegarci ad un gioco online, per esempio Fortnite, e cominciare a chattare o parlare con una persona che di recente ci ha inviato l'amicizia?
Generalmente la risposta è "molto spesso" (fatto riscontrato tramite una raccolta dati effettuata tramite questionari online e non), e sempre "molto spesso" la persona in questione è uno sconosciuto. Ma in genere, se il profilo è ricco di fotografie, tendiamo a fidarci di quella che amo definire "L'immagine Social". Stiamo parlando di adescamento Online, e tramite alcuni esempi cerchiamo di capirne il "Perchè" che sta dietro ad ogni nostra brutta esperienza.
Le cronache locali di questi giorni recano un titolo alquanto raccapricciante:
Cerca di uccidere una 16enne buttandola dal balcone: arrestato 32enne, l’aveva adescata sui social
Fanpage.it
Il primo pensiero è sempre lo stesso: com'è possibile che ancora accadano queste cose?
Com'è possibile che i social ci portino a delle conclusioni così affrettate?
Capiamo assieme qual è il principio che ci spinge a cadere in queste trappole.
“Quanti amici hai sui social?” Capita ormai da un po’ di sentirsi porre questa domanda. Spesso la risposta è a più zeri. Centinaia, talvolta migliaia di amicizie virtuali ci accolgono ogni giorno quando apriamo i nostri canali social. Ma sono veri amici quelli che rispondono ai nostri post con un […]
Un approfondimento sul laboratorio "Lo specchio dell'amicizia" che si pone l'obiettivo di aumentare la sensibilizzazione sulla tematica della condivisione attraverso i social network, in maniera incontrollata e istintiva.
"Ed ecco a voi la mia cena!" -> Click! -> Instagram
Quanti di noi hanno fatto questo gesto nell'ultimo mese? Mi piacerebbe vedere delle mani alzate, ma mi accontenterò di un eventuale commento.
Oppure, quanti di voi hanno visto qualcuno fare questo gesto ultimamente?
Perfetto, grazie a questo gesto possiamo perdere gran parte del valore di quello che stiamo facendo.
Affrontiamo assieme questo semplice pensiero.
Un laboratorio manuale all'insegna della scoperta di quella frattura identificativa della parola "amicizia" creata tra la vita reale e la vita da social.
La dipendenza da social o da internet è qualcosa che ti si insinua dentro in maniera silente. Giorno dopo giorno non riesci più a farne a meno. Ma per uscirne ci sono dei metodi...
La presenza tecnologica nella nostra vita è arrivata negli ultimi anni ad altissimi livelli: i social ormai predominano e occupano parecchie ore della nostra quotidianità. Inconsciamente, si instaura un rapporto stretto, intimo e molto spesso il social influisce negativamente sulla nostra giornata. Impariamo a conoscere il meccanismo che ne sta alla base, per capire poi come gestirlo. Stefano De-Ciechi, consulente informatico, analizza la situazione dal punto di vista gestionale ed emotivo, portando alla luce il meccanismo di causa ed effetto che genera il circolo vizioso alla base della dipendenza lieve da social.
Secondo il mio modesto parere, la società odierna si grava del peso di questo potenziale strumento quasi sempre impiegato come un arma di autolesionismo inconsapevole in quanto amplificatore dei più oscuri lati del carattere umano.